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Gruppo Comunale
di Protezione Civile
Comune di Malnate
SEDE - Via Fontanelle n. 5 Malnate - Varese
Cell. h 24: 3481216858 - telefono: 0332/425171
E-mail: protezionecivile@comune.malnate.va.it
aperta aperta tutti i giovedì dalle 21.00 alle 23.00

Coordinatore
ROSSI FABIO

Vice coordinatore
MARCO CARCANO


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  7 ottobre 2011 calabrone asiatico
 
I NUOVI INFESTANTI:
anche in Italia il calabrone asiatico
Dopo la vespa cinese del cast(agno (Dryocosmus kuriphilus) e il tarlo asiatico (Anoplophora chinensis), un altro insetto di origine orientale rischia di invadere il territorio europeo. In questo caso si tratta del calabrone asiatico (Vespa velutina nigrithorax),arrivato in Francia con prodotti cinesi ed ora diffuso nell'area sud-occidentale di questo paese. Dal primo nido scoperto nel 2004, si è passati nel 2007 ad oltre 2000 nella zona di Bordeaux ed oggi ce ne sono sicuramente parecchie migliaia!
Negli ultimi mesi il problema è diventato più serio, in quanto si sono registrati attacchi a diverse persone, apparentemente senza che gli insetti venissero disturbati. E le punture inflitte sono molto dolorose. In realtà la specie risulta più aggressiva quando è alla ricerca del cibo, mentre un attacco collettivo si può verificare in prossimità del nido.
Questo imenottero, lungo in media 2,5 - 3 cm, presenta un colore uniforme bruno scuro, con zampe gialle ed una sola banda giallo-aranciata nell'addome. Al contrario il nostro calabrone (Vespa crabro) si riconosce facilmente per il capo e il torace rossastro, con l'addome giallo e nero. Se le due forme di insetti sociali entrano in competizione per il cibo (soprattutto insetti), il calabrone comune risulta svantaggiato rispetto a quello cinese, che possiede non centinaia, ma 1.200-2.000 individui per favo. Come conseguenza la specie europea è diventata più aggressiva per scarsità di prede!
Nel 50% dei casi il nido dell'invasore asiatico è visibile sugli alberi, ma in parecchi casi vengono colonizzati anche capannoni, tettoie, fienili. Ai margini delle zone boschive la colonia può svilupparsi in una cavità del terreno. In genere il nido ha una forma sferica, con un diametro di circa 40 cm, ed è simile ad un pallone da football. I più grossi però sono piriformi con un'altezza di 60-90 cm e una larghezza di 40 – 70 cm.

da: Vespa velutina (Vespa velutina nigrithorax) Fotografia di Jean Haxaire
Tratto da: http://www.nationalgeographic.it/natura


Origine: Proviene dal sud-est asiatico: Cina, India, Indocina e Giava. Nel 2004 è stata scoperta in Francia e da poche settimane anche in Spagna.

Effetti: La vespa velutina, anche detta calabrone asiatico per la sua somiglianza con quest'insetto, è piuttosto aggressiva nei confronti dell'uomo e può far male con il suo lungo pungiglione. Il problema principale, però, è un altro: questa vespa si nutre di molti insetti tra cui le api, fondamentali per l'ecosistema. Le api asiatiche hanno imparato a difendersi mentre quelle europee, prese alla sprovvista, sono vulnerabili.



Nel 50% dei casi il nido dell'invasore asiatico è visibile sugli alberi, ma in parecchi casi vengono colonizzati anche capannoni, tettoie, fienili. Ai margini delle zone boschive la colonia può svilupparsi in una cavità del terreno. In genere il nido ha una forma sferica, con un diametro di circa 40 cm, ed è simile ad un pallone da football.

I più grossi però sono piriformi con un'altezza di 60-90 cm e una larghezza di 40 – 70 cm.
Oltre al rischio umano, questi infestanti sono in grado di decimare le popolazioni di api europee, già in declino per altri fattori.

In aree urbane la loro dieta è rappresentata dall'80% da api, mentre in quelle rurali non “supera” il 45 – 50%.
La tattica è molto semplice: squadroni di calabroni sorvolano gli alveari e catturano le api a mezz'aria, posizionandosi ad una distanza di 30-40 cm dall'entrata. Un piccolo gruppo potrebbe annientare un favo in 48 ore.

In Asia le api sono in grado di difendersi efficacemente da questi predatori con un sistema molto particolare. Numerose operaie circondano velocemente i calabroni, avvolgendoli come una specie di “palla” e poi, innalzando il loro metabolismo, nell'arco di pochi minuti arrivano ad una temperatura di 46° C. Le api, che hanno una tolleranza di circa 51° C, riescono a sopravvivere, mentre i loro nemici soccombono (“colpo di fuoco”). Purtroppo in Europa le api non presentano questo comportamento, risultando indifese.


Per cercare di bloccare questa proliferazione, la lotta nei vari dipartimenti francesi a rischio si basa su diversi metodi:

Cattura delle giovani regine svernanti,
da fine febbraio a maggio
. Durante questo periodo le femmine fecondate sono più vulnerabili e, prima di perlustrare attivamente un sito favorevole alla costruzione di un nido, vanno alla ricerca di sostanze dolci ed energetiche. L'utilizzo di trappole “artigianali” (ad esempio semplici bottiglie di plastica da 2 litri) attivate con prodotti zuccherini sembra un sistema valido.

-  Trappolamento delle operaie.
Questa metodologia non è particolarmente efficace in quantosi osserva una scarsa attrattività delle esche. Può dare qualche risultato all'inizio della stagione (fino a luglio).

Distruzione sistematica dei nidi.
Oltre ad avere risultati immediati, lo scopo è quello di limitare la propagazione della specie. E' importante quindi svolgere tale operazione prima dell'allevamento delle giovani regine, che generalmente avviene all'inizio di agosto.

A questo punto non ci resta che attendere, nei prossimi anni, le “legioni” di questo subdolo invasore!
Liberamente tratto da Internet

Protezione Civile Comunale
Malnate
           Fabio Rossi

 
 

Protezione Civile Comunale Malnate 9 agosto 2011
Foto di Fabio Rossi


 

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Imenotteri pericolosi,
gli interventi della Protezione Civile

Come Gruppo di Protezione Civile, tutto l’anno, ma soprattutto in estate, siamo spesso chiamati ad intervenire presso i nostri concittadini su comunicazione della Provincia di Varese o anche direttamente dagli interessati, che ci contattano al numero 348 12 16 858 attivo 24 h al giorno per la rimozione di nidi di calabroni e vespe o anche solo per verificarne la loro pericolosità.Quando si arriva sul posto la prima cosa che il volontario fa è quella di prendere visione della situazione e pianificare l’intervento. Lo stato emotivo del volontario è un misto di ammirazione e timore. Di ammirazione perché, vedendo la maestria che questi insetti dimostrano nel costruire le loro “case” ci lascia senza parole; di timore perché, il volontario sa che se uno o più di questi simpatici insetti attacca può essere pericoloso. In ogni caso non fa piacere distruggere queste forme di vita anche se possono rappresentare un pericolo. Ribadiamo che i volontari chiamati per la disinfestazione non amano distruggere e uccidere api, vespe e calabroni, infatti il nostro intervento viene fatto solo per mettere in sicurezza la salute e le abitazioni dei cittadini.Ecco allora che in queste pagine vorremmo darvi, senza essere presuntuosi, alcune notizie su Api, Bombi, Calabroni e Vespe.
L’ape comune (Apis Mellifera), allevata per la produzione di miele, può avere un corpo peloso giallastro. Possiede larghissime zampe posteriori frangiate da peli robusti che formano il cestino del polline. L’ape punge una sola volta perché il suo pungiglione, che presenta alcune piccole seghettature all’estremità, si stacca dal corpo quando l’ape tenta di ritrarlo. Così l’insetto volato via, muore, lasciando anche nella sede della puntura del veleno.
Di norma è consigliabile togliere il pungiglione poiché può fare infezione.
Nella società delle api una femmina fertile (Ape Regina), governa ogni colonia. Le regine non fanno altro che deporre le uova e tranne che nei voli d’accoppiamento, sono sempre circondate da api operaie.
Le nuove regine sono allevate quando quell’esistente sta invecchiando o quando la popolazione supera gli individui che il nido può contenere, quando ciò accade, la vecchia regina vola via con uno sciame d’api per fondare altrove una nuova colonia.

I maschi (Fuchi) compaiono in estate e copulano con qualsiasi nuova regina.

Abitualmente le api nidificano nei cavi degli alberi o,meno frequentemente, all’aperto. I nidi sono formati da favi verticali di cera, ciascuno con migliaia di celle esagonali usate per allevare le larve, o per depositare il cibo.Le api diventano particolarmente aggressive in alcune zone del territorio e precisamente nel "perimetro difensivo" attorno alle arnie e nelle "piste" che utilizzano per raggiungere i luoghi di raccolta del polline.Fortunatamente queste piste sono situate ad alcuni metri di altezza dal suolo. Le api aumentano la loro aggressività in caso di condizioni meteo avverse (vento o pioggia) e in presenza di odori forti (profumi, deodoranti, spray)
I Bombi, volgarmente chiamati calabroni, appartengono alla famiglia delle api, infatti, sono grosse api pelose nere, con strisce chiare (gialle o bianche). Vivono in piccoli gruppi di un centinaio di esemplari o poco più. Vivono in colonie annuali come le vespe sociali, con le regine di primo accoppiamento sopravvissute all’inverno per iniziare nuove colonie in primavera.La maggior parte costruisce nidi d’erba o di muschio, sopra o sotto il suolo, spesso usando vecchi buchi dei topi. All’interno dei nidi fanno semplici celle di cera, in cui allevano le larve con polline e miele.Le operaie sono molto piccole e volano cariche di miele tanto da dover lottare con l’aria per restare in volo.Non sono particolarmente aggressive e non attaccano mai per prime.
Le Vespule o Gialloni, nidificano al suolo, nelle fessure dei terreni, fino a penetrare sotto le radici delle piante e costruiscono il loro nido appendendolo ai peduncoli della radice.Queste vespe sociali, che comprendono le comuni specie dei giardini vivono in colonie annuali, ciascuna fondata guidata da una sola regina e migliaia di operaie più piccole allevate in nidi cartacei.
Il loro addome, tronco nel punto di intersezione con il torace, le distingue dai polisteni (vespa cartonaria) che hanno l’addome a forma di fuso.I maschi, che si distinguono per le lunghe antenne compaiono d’estate.Le larve sono nutrite con insetti masticati o altro materiale animale; la preda non viene punta perché il pungiglione ha solo funzione difensiva.Solo le regine, da poco accoppiatesi, sopravvivono all’inverno, spesso, ibernandosi nell’alveare.Se vengono molestate, e ciò può inavvertitamente capitare, si difendonoaggredendo in sciami, causando reazioni allergiche molto gravi, anche letali.

Vespe Comuni

vespa Vasaio, Muratore, Cartaria e nidi - Polisteni

Le vespe comuni hanno quattro punti gialli sulla parte posteriore del torace e un segno ad ancora sul muso. Le strisce toraciche sono parallele ai fianchi.

I polisteni, sono chiamati vespe cartonarie perché la regina costruisce un nido di carta che fabbrica masticando legna, mischiandola con la propria saliva.
Il nido, sostenuto da un piedistallo, appare completamente aperto, con le cellette visibili, sotto le tettoie, grondaie e muretti. Hanno un corpo privo di peli e affusolato. Sono lunghi circa 1,5 centimetri e volano mantenendo le zampe molto larghe.
La vespa vasaio è una specie solitaria strettamente imparentata con i Gialloni, e come loro tiene le ali piegate longitudinalmente, in modo che la maggior parte dell’addome resti libera. Vive nelle brughiere, dove le femmine costruiscono con il fango piccoli nidi a forma di vaso. Depongono le uova in ciascuno di essi e lo riempiono di bruchi prima di sigillarlo e di andare a costruirne un altro poco lontano.
La vespa muratore usando la sabbia e il fango, spesso inumiditi con la saliva, costruisce piccole celle nelle cavità o crepe nascoste, vecchi muri e steli cavi. Ogni cella riceve un uovo e viene approvvigionata con piccoli bruchi.
La vespa cartaria vive in colonie poco numerose. Costruisce un nido piatto o leggermente a cupola, utilizzando cartone fatto di polpa di legno masticato, ma non costruisce la copertura esterna; viene fissato alle piante o alle rocce e, di solito si trova in casa o sui muri esterni delle case. La vespa cartaria si riconosce per la parte anteriore dell’addome appuntita.

La Vespa Crabro (Calabrone) è lunga anche 3centimetri, il pungiglione raggiunge i 3 millimetri di lunghezza. Sono presenti nel nord e nel centro Italia , raramente nell’Italia meridionale.
I calabroni costruiscono il classico nido di carta, prodotto con legnomasticato e ridotto in pasta, collocato nelle crepe dei tronchi o di vecchiedifici. Il nido, simile a quello delle vespule, è costituito da celle che si aprono verso il basso.

Nonostante il ronzio del suo volo è il meno aggressivo tra gli imenotteri e, solitamente, non punge se non molestato. A differenza degli altri imenotteri che al buio non volano, i calabroni, conservano una parziale attività nelle ore notturne. La Vespa Crabro è l’imenottero più grande in Europa.

Concludendo queste, speriamo utili, informazioni sugli imenotteri, vorremmo darvi alcuni consigli:

1. Non tentare di togliere i favi o di intervenire nelle ore più calde della giornata poiché, gran parte degli insetti, sono lontani dal nido per lavorare.

2. Anche nelle ore serali è sconsigliato intervenire senza adeguate protezioni in quanto, le punture di api, vespe e calabroni, possono essere letali.

3. È bene chiamare sempre personale qualificato e competente per una visione e valutazione della situazione, al fine di pianificare l’intervento.

N.B. I prodotti da noi utilizzati non sono nocivi per la salute.

 

di seguito, alcune immagini delle straordinarie architetture dei nidi delle vespe calabro
reperto conservato presso la sede della Protezione Civile di Malnate - Foto Enzo Michieletto

 

I nidi dei calabroni raggiungono dimensioni ragguardevoli.

Quello esposto è medio/piccolo e proprio per questo motivo, i volontari della Protezione Civile, hanno potuto conservarlo dopo l'intervento in un sottotetto di Malnate nell'estate 2007.

In altra circostanza, individuata la provenienza degli insetti, è stato necessario addirittura abbattere buona parte del diaframma edificato tra il tetto e l'appartamento sottostante, per debellare il pericolo e demolire il nido di circa mezzo metro quadro, che si è presentato agli occhi dei due operatori chiamati per l’intervento.

   

  PROTEZIONE CIVILE COMUNALE DI MALNATE -Via Fontanelle n. 5 Malnate Varese -  
(c/o POLO SICUREZZA DELLA PROVINCIA)

- Il responsabile dei dati PROTEZIONE CIVILE COMUNALE DI MALNATE è ROSSI FABIO
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